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Mercato 2012 #13: Sbiadita ma Veloce

1 marzo 2012

Dopo il frastuono delle milionarie pronte a scendere in riviera, ecco una bella addormentata, spenta e dimenticata in un garage della Georgia nel lontano 1968, che riapre gli occhi sulla vetrina di ebay, sfiora i 2ok €, ma a riserva non raggiunta si rieclissa, probabilmente venduta fuori. E’ una Spider Veloce II serie costruita nel 1960 per l’America, pochi mesi dopo la mia.

Certo è troppo tardi, ma vale la pena darci un’occhiata. Come al solito per gli esemplari dal ’60, anche per questa 1495F11332 viene il dubbio se sia nata Veloce o lo sia diventata: qui il Fusi non aiuta.

D’altra parte, la descrizione del venditore, superficiale e lacunosa (viene presentata come un ’62)  e l’assenza di foto del numero telaio punzonato sul parafiamma e del blocco motore non fanno che alimentare il primo dubbio e sollevarne un altro: il motore sarà il suo? Non avendo il numero (sulla targhetta queste unità riportano la serie e basta, 106) ci vorrebbe la palla di vetro; ma se sia o meno una Veloce genuina lo si può appurare ricorrendo alla documentazione scritta di pugno dagli operatori in fabbrica.

Cosa che fa puntualmente Matt Hamilton servendosi del D’Amico e Tabucchi, per concludere che si tratta, al di là di ogni ragionevole dubbio, di una Veloce autentica.

E aggiungiamo indisturbata, sana, completa. Quel che manca in giro giace a terra: scatola filtro aria, crick a base piatta e persino le Roma Blok. Amen dell’ossatura sottoporta, la ruggine appare concentrata sul piano bagagliaio lato batteria (a sinistra è sano!) e sui pozzetti del pianale che forse, dico forse, può essere salvato. Una foto da sotto, richiesta da un candidato acquirente, promessa ma mai arrivata, ci avrebbe tolto almeno questo dubbio.

La conservazione degli interni è sorprendente: c’è tutto e ogni cosa al suo posto: la strumentazione sembra quasi nuova, il gruppo riscaldamento conserva intatta la sua vernice originale, lo specchietto il trattamento antiabbagliante di fabbrica, i profili sono ancora lucenti e il volante, a parte la brutta crepa, si è conservato egregiamente.

 Mi viene qualche dubbio sulla selleria, probabilmente rifatta. Ma se la vettura fosse stata costruita dopo il 20.12.1960, data in cui alla Pininfarina decidono di unificare i cadenini al colore della selleria, potrebbe anche essere la sua.

Insomma ecco un’ottima candidata, presa probabilmente intorno ai 25k€, da restaurare aggiungendo altrettanto o qualcosa in più, per avere una Veloce da concorso in uno dei combo più belli (grigio antracite con interni rossi) risparmiando sicuramente un bel po’ rispetto alle cifre richieste per una campionessa d’incassi, cui detrarre poi la soddisfazione impagabile di vederla tornare allo splendore di una volta sorvegliando attentamente la corretta esecuzione dei lavori. A noi piace così, e speriamo che il fortunato nuovo possessore sia della nostra parrocchia 😉

2 commenti leave one →
  1. Massimiliano permalink
    4 marzo 2012 4:10 PM

    Bellissima veramente, incantevole vedere che comunque col passare degl’anni non sia astata profanata modificata o cannibalizzata…solo in USA!

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    • 4 marzo 2012 9:49 PM

      Sì infatti questa è proprio un bel esemplare, come dicono loro: “unmolested”: una vera rarità da quelle parti.

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