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Veloce salvata

9 settembre 2013

Fino a una quindicina d’anni fa relitti come questo (v. sotto) venivano rottamati o tutt’al più cannibalizzati. Oggi sono sempre più i progetti disperati che arrivano al capolinea e restituiscono alle strade esemplari su cui nessuno avrebbe scommesso una lira. Questa Spider Veloce passo corto miracolata è merito della Pete’s Custom Coachbuilding in Huntsburg, Ohio, ma non solo.

petes-saved-giulietta

Per capire di cosa stiamo parlando bisogna dare un’occhiata al “progetto”, vale a dire all’ammasso di lamiere arrugginite che rappresenta il punto di partenza di questo encomiabile lavoro di restauro, durato oltre (solo!) 9 mesi. Lavoro che ho seguito sulle pagine dell’AlfaBB, dove potete guardarvi una bella carrellata di immagini. Qui ve ne ripropongo qualcuna a titolo puramente esemplificativo.

petes-saved-giulietta_01petes-saved-giulietta_03petes-saved-giulietta_02 Insomma su per giù come la mia, mi direte. Giusto: più aggrovierata in certi punti, più sana in altri ma comunque un crostone da far pena. E non avete visto niente: guardate il bagagliaio e il frontale, già in corso di lavorazione, poi le fiancate, tagliate via e rifate di sana pianta.

petes-saved-giulietta_04petes-saved-giulietta_05petes-saved-giulietta_06Ovviamente nessuno è immune da critiche e alcune soluzioni (duraglass per correggere le fughe, sottoscocca nero, scelta del colore: crema anziché bianco, etc.) potrebbero far storcere il naso a qualcuno, ma bisogna riconoscere che il risultato ottenuto va oltre ogni aspettativa.

petes-saved-giulietta_07petes-saved-giulietta_08petes-saved-giulietta_09Tutto merito di Pete jackson, certo; ma, dicevo all’inizio, non solo. A parte il fatto che oggi raschiamo il fondo del barile e le giuliette “da facile restauro” sono ormai una legenda petes-saved-giulietta_10metropolitana, se oggi è possibile rimetere a nuovo in tempi relativamente brevi esemplari devastati come questo (e come il mio, che però ha tutt’altra tabella di marcia :mrgreen: ), lo dobbiamo alla disponibilità quasi immediata di pezzi di ricambio, cioè a professionisti come Bergia, Biondi, Cicognani, Elvezio Esposito e pochi altri, che si sono dati da fare, ciascuno nel proprio settore, per rendere disponibili sul mercato ricambi altrimenti introvabili.

Vedere un relitto quasi senza speranze tornare in queste condizioni non può che rallegrarci e ci viene quasi istintivo ringraziare, come qualcuno ha di fatto ringraziato sull’AlfaBB, chi si è imbarcato nell’impresa e ci è riuscito: Len Jacko intanto, il proprietario, Pete e soci, per l’ottimo lavoro. Beh dovremmo ringraziare anche loro, i nostri fornitori, ogni volta che ciò avviene. Anzi, se l’istituto non avesse ricevuto di recente l’ignomignoso smaccho di cui sappiamo, per loro proporrei il cavalierato 😀

Ps. A proposito di tempistica, mi dicono che Domenico si è rimesso a lavorare sulla mia, dunque Imola sì, ma con deviazione verso il Brenta. Domenica prossima ve la racconto.

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