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Lattonatura piano bagagliaio

23 febbraio 2014

I lavori sul piano bagagliaio che vi mostro qui riprendono i primi interventi eseguiti da me, filmati e postati in ‘Piano bagagliaio da miracolare‘. Ci ho provato, ma il miracolo non c’è stato: il Maestro ha ritenuto opportuno ricostruirlo completamente e, visto il risultato, approvo 🙂

giulietta-spider-metal-work-checking

Dunque il pianalino originale stampato 33969, le cui ultime tre cifre coincidono con la numerazione dei cofani, è andato. Non solo; come sapete la mia Giulietta era piuttosto disastrata e il lato B non fa eccezione, per cui  il lavoro, ancora in corso, comprende anche la ricostruzione dei due longheroni reggiserbatoio e della sezione terminale delle gondole. Insomma un trapianto in piena regola, che incomincia appunto con l’espianto di qualche chilata buona di lamiera arrugginita.

giulietta-spider-rusty-metalgiulietta-metal-work-trunk-floor_05giulietta-metal-work-trunk-floor_06E’ tutto lì per terra, comprese le vecchie arcate dei passaruota che abbiamo visto rifatte nel post precedente e di cui dirò qualcos’altro sotto. Ecco una veduta dall’alto del piano bagagliaio, con le sue modanature riprodotte nell’esatta misura e posizione come nel pianale originale, il foro per il collo serbatoio e quello con coperchio avvitato per il galleggiante

giulietta-metal-work-trunk-floor_01giulietta-metal-work-trunk-floor_08giulietta-metal-work-trunk-floor_09La parte più impegnativa del lavoro si trova però sotto, dove sono fissati gli elementi con funzione specificamente strutturale: longheroni e gondole. A proposito di queste ultime, o meglio della sezione terminale delle gondole, che avevo fatto piegare e poi sagomato io stesso (link sopra), sono felice che Domenico abbia deciso di utilizzarle, sia pure rivedendo in qualche punto le mie saldature 🙂

giulietta-metal-work-trunk-floor_02giulietta-metal-work-trunk-floor_04giulietta-metal-work-trunk-floor_03Il lato B della Giulietta è dunque quasi pronto. Manca solo il lamierato giromarmitta – tanto per cambiare bisognoso anch’esso di qualche riparazione – poi giù di ossiacetilenica e puntatrice e  con il lato B avremo chiuso. Dopo di che, dulcis in fundo, il frontale, da saldare lì dove per ora c’è una grossa presa d’aria :mrgreen:

boot-lid-primer_01

Postilla al post precedente

In un commento al post Lattonatura: i passaruota, Roberto (non R. Forte di Vigevano, ma un altro omonimo amico del blog… scusate, ma quanti ne siete?!) ci segnalava che “la chiusura interna dei parafanghi lato batteria e lato opposto, è errata di brutto“. Ehilà Che parolone! All’inizio non riuscivo a capire esattamente cosa intendesse, poi ci ho pensato un po’ e ho realizzato.

passaruotaA quanto pare, l’inquadratura di entrambi i passaruota nella parte visibile dal bagagliaio ha favorito un errore prospettico, per cui sembra che le due arcate vadano a finire e siano state saldate perpendicolarmente alle fiancate interne della carrozzeria, come se le due mezzelune più strette che costituiscono la metà esterna dei passaruota (e creano, come Roberto sottolineava, una fessura profonda dannatamente difficile da verniciare) non ci fossero affatto. Ovviamente non è così.

Il punto è difficilmente raggiungibile con la fotocamera e di solito illuminato malissimo, ma ci avevo provato, anche se poi non ho pubblicato l’immagine. Eccola qui a fianco: il lamierato fantasma si vede chiaramente, anche se sembra un po’ più stretto di quanto in realtà non sia, per via della doppia imprimatura grigia e bianca e, ancora, perché l’inquadratura è leggermente spostata a sinistra. Ma ci sono eccome! Come del resto ci sono, a terra (prima foto piccola in alto a sinistra), le vecchie mezzelune che hanno lasciato il posto a quelle nuove.

Ce lo vedete Domenico a fare un tale macroscopico erroraccio? 😀

16 commenti leave one →
  1. Roberto permalink
    23 febbraio 2014 11:18 PM

    É si proprio cosi! La prospettiva maledetta!!! Molto meglio cosi!!! Ottimo lavoro allora!
    Roberto da padova…. quello che si e’ incazzo con te per i troppi complimenti per i fornitori!!! Ha ha
    Ho finito la mia giulietta! Preso targa oro asi… un incubo con l’asi per quanto riguarda il certificato di rilevanza storica! Ho atteso solo 12 mesi..ho messo su you tube il vodeo del restauro.. mettero il link…

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  2. Domenico permalink
    24 febbraio 2014 12:03 am

    Complimenti un ottimo lavoro.
    Non concordo solo sull’utilizzo della saldatura ossiacetilenica: è vero, è più rispondente all’epoca dell’auto ma, il giunto così realizzato conserva una micidiale facilità ad ossidarsi per via dell’ambiente di saldatura fortemente ossidante. Sarebbe molto meglio un MIG o TIG.
    P.S. Di lavoro faccio il welding engineer.

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    • 25 febbraio 2014 10:19 PM

      Ciao Domenico,
      guarda io sono un praticone ma da quel (poco) che ho capito, se l’ossiacetilenica viene fatta bene, se cioè i gas sono ben miscelati e la mano è esperta, non c’è niente di meglio per le storiche. I tosti poi usano tutti questo metodo e guardano alla TIG come roba da hobbisti 😀

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      • Domenico permalink
        26 febbraio 2014 4:15 am

        Certamente ci vuole una certa abilità a saldare in ossiacetilene e per questo è molto facile sbagliare. Il difetto tipico è quello di apportare metallo ossidato alla saldatura e le incollature. Questo accade quando la il gas non è perfettamente miscelato oppure se la bacchetta di materiale d’apporto non è immersa nel punto giusto del pennacchio.
        La saldatura TIG e MIG, invece si realizzano in ambiente inerte (argon) assolutamente privo di ossigeno. L’eventuale ossido che si può formare durante la fase di raffreddamento è superficiale e si rimuove facilmente con una spazzola di acciaio.
        Al di la di quanto si dice, ti assicuro che saldare TIG è molto più difficile.
        Io mi trovo in Canada e qui, un argonista (=saldatore TIG) lo paghiamo 112dollari l’ora. In Europa il costo è circa 60 euro/ora…il motivo è evidente.
        Negli Stati Uniti, i restauratori/customizer di auto usano solo il TIG.

        Comunque tu assicurati che ti facciano un buon lavoro perchè quell’auto a cui stai ridando la vita è un assoluto capolavoro.

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  3. Piero Gemignani permalink
    24 febbraio 2014 5:29 PM

    Alejandro! Ti faccio i miei complimenti per questo meraviglioso blog, le desrcizioni, le fotografie ed i filmati… super.
    Quando avevo 18 anni mi avevano prestato una spider veloce preparata, nera, per fare un piccolo giro sul lungomare di Genova, ricordo ancora il borbottare del sottocoppia fino a 6000 giri e poi la botta fino a 8500, fantastico.
    Saluti, Piero.

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    • 25 febbraio 2014 10:24 PM

      Ciao Piero, benvenuto e grazie del ‘super’
      Addirittura 8500 rpm!
      In IV poi, immagino il casino. Ti farò eco dalla riviera adriatica :mrgreen:

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  4. Piero Gemignani permalink
    26 febbraio 2014 8:00 am

    Grazie per l’accoglienza Alejandro, rinnovo i complimenti per il tuo blog che ho avuto modo nel frattempo di esplorare più a fondo.
    Non mi ricordo bene se la veloce montasse di serie i carburatori doppio corpo orizzontali da 40 o 45 perchè quella cui cui parlavo nel mio intervento qui sopra aveva i 45, comunque la IV non l’avevo messa di sicuro.
    Se mi posso permettere una considerazione riguardo al tuo restauro sei stato fortunato a trovare un artista come Domenico il lattonatore e di sicuro come projet manager tu vai molto forte.
    Seguo su Sky alcune trasmissioni di restauri di auto USA e vedo che passano molto tempo ad organizzare sia i lavori dell’officina che i lavori che danno fuori ( magari però è solo per fare scena ).
    Io mi diletto di restauri di moto fuoristrada degli anni 70 ed 80, ho visto che una buona pianificazione dopo aver smontato tutto conduce sempre a buoni risultati.
    Saluti, Piero.

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  5. Roberto Scacco permalink
    26 febbraio 2014 1:58 PM

    ciao alejandro ecco il link per vedere il mio restauro.Non ho messo tutte le foto…e’ un cortometraggio.

    ciao ciao

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    • 27 febbraio 2014 9:09 am

      Bellissima. Seconda serie, rossa: uguale alla mia. Quando è stata costruita?

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      • Roberto permalink
        27 febbraio 2014 5:40 PM

        Costruita Ottobre del 1960 immatricolata negli usa a marzo 1961.

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  6. spider permalink
    12 marzo 2014 1:19 PM

    Ale, non mi arrivano le notifiche. Mi perdo sempre le novità… Riproviamo.

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    • 13 marzo 2014 10:48 am

      “Parlando dei commenti ai post del blog e della loro moderazione, direi che WordPress ha una sola mancanza, e cioè il fatto di mandare le notifiche di nuovi commenti o di commenti in attesa di moderazione solamente all’indirizzo dell’amministratore…”
      Ci vorrebbe un Plun-in, ma su questa non li posso usare. Bisogna che passi più spesso da queste parti 🙂

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  7. Andrea permalink
    21 ottobre 2014 12:57 PM

    Ciao Ale, sai per caso l’esatto posizionamento del supporto batteria? Ho quasi finito con la mia Giulietta ma, mettendo mano al bagagliaio ho dovuto risistemarlo un pò, ma non sono sicuro se era saldato al posto giusto. Sui manuali non trovo niente ed anche googoleggiando non ho trovato un gran chè…

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    • 27 ottobre 2014 12:20 PM

      Ciao Andrea,
      al millimetro non te lo so dire.
      Qualche volenteroso giuliettista che misuri la corretta posizione della batteria per Andrea…?
      Il vassoio batteria era saldato, ma nel mio caso ho deciso di fissarla con dei bulloni, per facilitare la pulizia della lamiera sottostante.

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      • Andrea permalink
        27 ottobre 2014 1:37 PM

        Infatti, anche io opterò per i bulloni. Saldarlo dopo aver verniciato il piano alla perfezione, significherebbe ritoccare a pennello e non mi sembra il massimo… Riguardo la posizione, credo che la più razionale sia quella in linea con il parafango, anzichè con la gondola tanto per capirsi. Cioè leggermente inclinato rispetto all’angolo di 90° del piano bauliera. Se poi ci fosse qualche anima pia che vuol postare una foto, la mia veloce ringrazia! Grazie per ora, ciao.

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