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Telaio capote appena sfornato

8 ottobre 2017

Il telaio capote della Giulietta è un oggetto composito progettato per cambiare configurazione; ciò significa che alcune sue parti sono soggette ad attrito. Se a ciò aggiungiamo che non è precisamente comodo da aprire e richiudere, e che pertanto verrà regolarmente maltrattato… ecco avete capito:

la vernice da impiegare su di esso dovrà essere il più possibile tenace e resistente. Ecco perché meglio verniciarlo a polveri e dargli una bella infornata. Se ne è occupato Fausto dell’OFG e devo dire che ha fatto un gran bel lavoro. Il colore è ovviamente nero, né lucido né opaco ma giustamente semilucido.

Certo, è partito da una buona base: un telaio praticamente del tutto privo di ruggine. Così ci siamo risparmiati estenuanti sessioni di applicazione di filler, levigatura, ancora filler e giù altro olio di gomito. In questo caso la superficie dei vari pezzi, dal tubo alle centine, era quasi perfetta.

E ciò che perfetto non è andrà corretto in fase di preparazione al montaggio definitivo, che non dovrebbe sollevare grossi problemi, dal momento che è stato già montato in prova prima della verniciatura.

Ho motivato a suo tempo la decisione di cambiare telaio, ma siccome pare che da qualche giorno io sia in odore di apostasia 😀 mi ripeto. Ho optato per una capote a scomparsa totale solo perché tale modifica era piuttosto comune al tempo, richiesta da “molti clienti” insoddisfatti dell’infelice innovazione introdotta con la II serie. Cito l’auctoritas:

Caratteristica peculiare di questa seconda generazione dello spider Alfa era la capote in tela che, se aperta, rimaneva alloggiata parzialmente anche all’esterno. Una scelta che si è rivelata non propriamente entusiasmante dal punto di vista estetico e, proprio per questa ragione, molti clienti chiedevano (e ottenevano) la modifica come nella prima versione [Gaetano Derosa (1994) 2007]

Difficile azzardare ipotesi su che cosa passasse allora per la testa a chi approvò questa modifica; ancora più difficile immaginare valide argomentazioni a sostegno dell’iniziativa stessa, soprattutto, come giustamente osserva il Derosa, sul piano estetico. Da un punto di vista strettamente visivo, infatti, quel corpo nero adagiato sulla lamiera sta come un pugno in un occhio. Come ho letto altrove e pienamente condivido: “spezza la linea filante dello spiderino”.

Il discorso non fa una piega: non dovrebbe farla nemmeno la capote. Giusto. Ma c’è di più, e qui sì, mi espongo a critiche: la mia (l’occhio allenato ne è già al corrente) è una capotte III serie, non una I serie modificata! Ebbene sì, ma, corretta la prima “svista” del progettista – e giustificati sul piano storico – perché non cogliere l’occasione di migliorare quella doppia gobba tesa della Giulietta a capote richiusa?

Detto fatto: vuoi mettere?

 

 

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