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La mia prima cabrio

29 marzo 2020

1979, Argentina. Il paese è in mano a militari neonazisti supportati con malaccorta discrezione dalla CIA. La mia, famiglia della borghesia urbana benestante, si preoccupa ma non sospetta il genocidio in corso. Noi, poco più che diciottenni e con i mezzi per spassarcela, non ci pensiamo nemmeno.

Papà, che costruisce grattacieli e prova a godersi il risultato di anni di sostenuti sforzi, si gioca gli ultimi anni di un benessere economico che già si annuncia effimero; tuttavia è generoso: non ci fa mancare nulla, anzi. Di fatto di lì a poco il ministro dell’economia della dittatura affonderà il paese improvvisando ricette improntate all’ortodossia liberale, mettendoci tutti a pecorina davanti al FMI. Ma intanto, distrutta l’industria manifatturiera locale e allentati o rimossi i dazi, entrano un sacco di gingilli d’importazione, e a noi giovanotti gaudenti sembra cosa bella e buona.

Il primo, appena diventato maggiorenne, una Kawasaki 650 SR. Ma la mia carriera da motociclista fu breve e si arrestò bruscamente contro una Peugeot 404: senza quell’elmetto integrale Nava, regalo della cara mamma, non ero qui a raccontarla. Fatti i calli alle ossa rotte si pensò alle quattro ruote, ma feci di tutto per non farmi affibbiare un catorcio di fabbricazione nazionale. Inoltre, non volli un’auto anonima, noiosa, “da vecchio”, che tra l’altro avevo già a disposizione: la Ford Falcon di mio padre. Così, ecco il secondo, mi fu regalata una Triumph Spitfire 1500, come vedete di provenienza americana, col brutto bumperone nero.

Divertire mi sono divertito, ma… che dire: uno schifo d’auto. D’estate era impossibile tenere i piedi sulla pedaliera: laggiù diventava presto un forno. Ad ogni buca mi perdevo un pezzo di marmitta e il cambio si ruppe ben due volte. Insomma se l’auto era, almeno di nome, uno ‘sputafuoco’, a starci dietro io ci sputavo sangue. Così l’amore per le auto inglesi durò poco: passai subito a una BMW 318 E21. Gran bella macchinina, ma non era stato amore a prima vista, sicché mi misi a girare, di nascosto, concessionari auto d’importazione, finché vidi… Lei!

La forma a cuneo, il muso rastremato, la sportività ostentata mi sedussero immediatamente, quindi incominciai a trafficare, sempre di nascosto, per arrivare a una permuta con la mia tedesca. Ma mio padre, questa volta, disse no e fu irremovibile. E come dargli torto… vuoi mettere, estetica a parte, la solidità della BMW. Ecco, per quanto non possa certo dire che quel diniego abbia fin da allora determinato quel che sarebbe diventato il mio amore per l’Alfa Romeo, dovette in qualche modo giocare un sua parte.

Anzi due: non a caso, da allora, come auto di tutti i giorni ho cercato di prendere BMW, ma quando si tratta di pura passione c’è solo l’Alfa.

ps. Scusate, facendo le pulizie di primavera è venuta fuori qualche vecchia foto. Ed ecco che dalla storia ti arriva la zunamica resacca. Eravamo cavie per le prove generali di una globalizzazione già nelle premesse sfacciatamente assassina, oggi maliarda ma non meno criminale. E oggi come allora, ci lasciamo sedurre, non vediamo se non ciò che vogliamo vedere. Caricare la sveglia! E non sono scherzi della 40tena.

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5 commenti leave one →
  1. Emanuele permalink
    30 marzo 2020 12:33 am

    Bel Racconto! D’amore verso le Auto e la Famiglia!!!

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  2. 30 marzo 2020 7:40 am

    Argentina 1979: Non immagino nemmeno quante Alfa, Ferrari, Maserati, Lancia, Mercedes degli anni 30, 40, 50 e 60 erano abbandonate nei garage o demolitori in quel periodo.

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  3. Alberto permalink
    1 aprile 2020 7:20 am

    Complimenti bellissimo racconto. Pe rme vale la stessa regola, auto di tutti i giorni AUDI ma poi la passione, il sangue che ribolle arriva quando guido una Alfa Romeo di quegli anni. Per lavoro ne curo il restauro per dei clienti o le vendo quindi ne guido tante e di vario tipo.

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  4. Bruno permalink
    3 aprile 2020 5:15 PM

    Para auto de todos los dias, Alfa y para sentir pasion, Alfa. Cuando la industria italiana de autos termine de morir, empezaremos a oír maravillas de los alfas que los italianos no quieren comprar. Con todo cariño y sin buscar generar discusiones, es mi humilde opinión, desde Argentina

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    • 4 aprile 2020 8:43 am

      Hola Bruno,
      Bienvenido! Qué bueno que cada tanto se asome alguien de mis pagos 🙂
      Tenés razòn. Qué querés que te diga. Estoy tratando de corregir esta perversiòn teutònica, pero la Casa no me ayuda. Tendrìa que haber cambiado mi BMW 320i ya dos anyos atràs, pero vine aguantando con la esperanza de que saliera la nuova Giulia Coupé (No me sirve una 4 puertas, y la nueva giulietta a tracciòn delantera no me gusta – ni hablar de los SUV). Sin embargo parece que el proyecto quedò aplazado. Vamos a ver lo que pasa. Saludos.

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