I Sessant’anni della Sprint Speciale
Come tutti i grandi eventi, anche le celebrazioni per i 60’anni della Giulietta Sprint Speciale si prendono il suo tempo, tant’è che sono in corso ormai da un bel pezzo, secondo un calendario di eventi dislocati su scala globale che impegna tutti gli appassionati del marchio, dai grandi eventi ai raduni locali.
L’apice di queste saturnalie alfiste, l’omaggio più alto agli uomini che vollero offrirci questo capolavoro di [meccanica e] design, e ci riuscirono, è dovuto non alla FCA e nemmeno al Museo Storico, ma all’iniziativa di un privato, non a caso il più grande collezionista italiano di automobili d’epoca italiane, Corrado Lopresto, che scovò il prototipo della SS in America, lo acquistò, lo riportò a casa e lo restaurò fedelmente, infine lo presentò ai due più importanti concorsi di eleganza al mondo vincendoli entrambi.
Scelta Most Elegant Closed Car tra 200 vetture concorrenti a Pebble Beach nel 2016, il prototipo AR10120*00001* (svelato nel 1957 al Salone di Ginevra), l’anno successivo – nel centenario della nascita del suo designer, Franco Scaglione -, viene presentato a Villa d’Este da Giovanna Scaglione, figlia del grandissimo Franco, dove fa incetta di trofei, aggiudicandosi il premio di classe (Supergioiello –Post-War), il Best of Show della Giuria, e qualora non bastasse a confermare una superiorità stilistica siderale nel suo tempo e oltre, anche il BMW Group Italia assegnato dal pubblico.
Nel lustrarci gli occhi di fronte a questa meraviglia su quattro ruote, ciò che celebriamo quest’anno un po’ dappertutto in Italia e nel mondo, è che da questo prototipo sia partita – dopo la sua presentazione a Torino nel 1958 – la produzione in serie della Sprint Speciale. Certamente diversa, meno BAT , più lunga e pesante, col musetto meno “basso”, più stradale insomma di quanto il prototipo non volesse esserlo rispetto ai tre magistrali esercizi aerodinamici e stilistici da cui nasce. Ma con intatto il suo DNA Alfa e tutti gli stilemi che la resero, non certo un mezzo di trasporto un po’ “esotico”, e nemmeno quella vettura che sin dal nome si segnala “speciale” fra le altre della serie, ma insomma, per dirla con Dennis Simanaitis, qualcosa di completamente diverso: un vero e proprio “automotive love affair“.
E’ così che anche qui da noi, nelle Marche, il club La Manovella del Fermano ha dapprima allestito uno stand a lei dedicato nella fiera annuale che si tiene al Fermo Forum, poi organizzato un grande raduno e tour dalla riviera ai colli ascolani, appena conclusosi .
Come vedete, le “Speciali” erano ben accompagnate da una ‘alleggerita’ altrettanto speciale.
Mancava solo la ‘scoperta’, e la mia, proprio lì in mezzo, avrebbe potuto esibire la propria specialità. Se non fosse, poverina, al momento un pelino impelagata in questioni burocratiche.
Ma niente paura: è questione di giorni e poi, al raduno, questa volta abbiamo il nostro ‘inviato speciale’. Appena arrivano gli scatti, ecco che parte una bella Galleria.
La verita’ è che non hai piu’ voglia di far niente:)
quanto tempo fa hai girato e pubblicato l’ultimo video relativo a raduni-mostre scambio?
dai Alessa’ datte na mossa con i tuoi reportage ,ti seguiamo tutti!!!
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No, è che ho finito i pop corn 🙂
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Here are two more SS cars that I would bet that are not in my SS register! I would love to have had one of those signs for the anniversary of the SS car
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Me too: nice sign.
Unfortunately not everyone is willing to make public his own car data, and if you ask, there is often someone looking at you suspiciously.
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